Dopo un lungo iter burocratico iniziato nel 1998 con la richiesta dell’ampliamento della zona di produzione dell’I.G.T. “Colli Ericini” e  dopo un costruttivo confronto, nel gennaio del 2003, nasce la richiesta del riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata dei vini D.O.C. “ERICE” con la sostituzione dell’I.G.T. “Colli Ericini”.
Il Direttore Generale per la qualità dei prodotti agroalimentari e la tutela del consumatore del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali  ha sottoscritto in data 20 ottobre 2004 il decreto di “RICONOSCIMENTO della denominazione di origine controllata dei vini “ERICE” ed approvazione del relativo DISCIPLINARE DI PRODUZIONE” pubblicato nella G.U.R.I. n. 259 del 4.11.2004.

Il progetto di riconoscimento della D.O.C. ERICE è stato presentato al Ministero, dal Comitato Promotore, costituito dalle associazioni di categoria dei produttori della Provincia di Trapani (Coldiretti, CIA, Unione Agricoltori, Lega Cooperative,  Unione Cooperative, A.G.C.I.,  Federvini, Federdoc, Unione Italiana Vini), con la firma degli Agronomi Giuseppe Pellegrino e Antonino Messina. Il disciplinare di produzione è stato redatto con la consulenza degli  enologi delle tre Cantine promotrici dell’iniziativa: Enologo Giacomo Ansaldi della Cantina Primavera – Fazio Wines, Enologo Vito Oddo della Cantina Ericina, Enologo Francesco Parrinello della Cantina Avanti . Al progetto hanno poi aderito la Cantina Trapani e la Cantina Blindano e l’Agrotecnico Francesca Renda.

L’11 febbraio 2004 si è svolta ad Erice Vetta la  Pubblica Audizione con la partecipazione delle aziende e dei viticoltori. ( La manifestazione ha goduto del pieno patrocinio dell’A.C. di Erice).  In quella sede  La zona di produzione è stata approvata così come proposta con  l’intero territorio amministrativo di Buseto Palizzolo, tutto il territorio agricolo di Erice, Valderice e Custonaci, nonché circa 100 ettari del territorio di Castellammare del Golfo limitrofo a Buseto Palizzolo in  località Curci, del  territorio di Trapani è stata inserita la parte collinare che da Montagna Grande a confine con Calatafimi e Salemi, seguendo la via Salemi fino all’altezza di Fulgatore, escludendo  la zona del bacino irriguo della diga Rubino.

Il disciplinare ha modificato la  zona di vinificazione facendola coincidere con gli interi territori amministrativi dei sei comuni interessati, Erice, Trapani, Valderice, Custonaci, Buseto Palizzolo, Castellammare del Golfo.  Sempre a Erice la maggioranza dei presenti ha dato indicazioni di fare coincidere la zona di imbottigliamento con la zona di vinificazione e quindi i viticoltori del territorio interessato aventi i vigneti ricadenti nella zona della D.O.C. Erice hanno sottoscritto per oltre il 66% di rappresentatività la volontà di mantenere l’imbottigliamento in zona  e di non  lasciarlo libero per il territorio Europeo così come certificato in data 14 giugno 2004 dalla Regione Siciliana.

Determinante nella fase iniziale è stato l’apporto del Dr. Nino Varvara, del Dr. Pietro Palumbo. Quest’ultimo dalla pubblica audizione in poi  nella qualità di Presidente del Comitato Nazionale delle d.o.c. per la Sicilia ha saputo svolgere bene e con autorevolezza il suo importante ruolo. In  tutte le fasi  per  il riconoscimento è stato fondamentale infine l’apporto di mediazione e di supporto dall’Assessorato Regionale all’Agricoltura  di Palermo prima con il Dr. Antonino Oliveri e poi con l’attuale responsabile della viticoltura Dr. Giuseppe Bursi.

Le finalità prioritarie del disciplinare della D.O.C. Erice sono quelle della valorizzazione soprattutto dei vitigni autoctoni  quali il Catarratto, il Nero D’Avola, il  Grillo, anche se trovano spazio tutti i vitigni alloctoni. Non possono iscriversi alla D.O.C. Erice i vigneti reinnestati, i tendoni o i vigneti dove viene coltivata la  varietà  trebbiano.

Trapani, lì 15 novembre 2004

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